Federfarma Campania

Unione Regionale Sindacale dei Titolari di Farmacia della Campania

nota federfarma campania - ADF DPC regionale

Il Presidente                                                                                                                                      Napoli, 18 Febbraio 2016

 

Spett.le ADF Associazione Distributori Farmaceutici

Direttore Generale – Dott. Walter Farris

Via A. Torlonia, 15/a

00161 Roma

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Egregi Referenti Regionali ADF Regione Campania

Dr. Renato De Falco

Dr. Alessandro Morra

e.p.c. Regione Campania –Assessorato alla Sanità-

Loro Sedi

Dr. Joseph Polimeni –Commissario ad Acta alla Sanità

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Dr. Claudio D’Amario –Sub Commissario alla Sanità

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Dr. Giuseppe Matarazzo – Sub Commissario Asl Caserta

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Dr. Nicola D’Alterio –Dirigente del Servizio Farmaceutico Regionale

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Prot:10/16

Oggetto: nota ADF del 03.02.2016 – Distribuzione per Conto (DPC) dei farmaci PHT

 

Egregio Direttore, Caro Farris,

 

ritengo, avendo condiviso quanto di seguito riportato con i Presidenti delle Federfarma provinciali della Regione Campania, dover intervenire tanto in relazione alla Sua nota citata in oggetto, quanto al “sollecito” del 17 febbraio u.s. rivolto al Dr. Bocchino, segnalando elementi di grave confusione contenuti nell’iniziativa in rassegna che sembra proporre un modello di riorganizzazione del servizio che appare “eversivo” rispetto a quanto disposto dalla normativa di Settore.

 

Va preliminarmente apprezzato il riconoscimento della rete delle Farmacie sul territorio quale efficiente presidio di Servizio Pubblico, sociale e assistenziale la cui distribuzione capillare è garanzia di aderente monitoraggio dei consumi nonché di Assistenza altamente professionale.

 

Come pure, al contempo, va dato atto alla distribuzione intermedia di assicurare una qualificata e puntuale attività di supporto logistico attuata nel pieno rispetto delle garanzie di Legge.

 

Duole, con l’occasione, dover contestare, poiché impropria e distorsiva, la richiesta di partecipazione dell’ADF alla progettazione della distribuzione per conto Regionale.

 

Il disappunto suscitato nella scrivente Unione Regionale dalla Sua iniziativa, deriva da motivi di ordine normativo nonché dalla esigenza di garantire le corrette dinamiche previste dalla norma.

 

Le Associazioni Provinciali aderenti a Federfarma, in rappresentanza della rete farmaceutica Regionale privata, costituiscono il solo riconosciuto partner convenzionale del SSR, modulando, presso le Istituzioni, ruolo e attività del canale Farmacia, l’unico legittimato per legge alla dispensazione al pubblico di prodotti medicinali (art. 122 TULS; DPR 371/98; L. 405/2001).

 

In questo quadro ed in riferimento alla responsabilità affidata alle farmacie ad esse aderenti, relativa alla distribuzione al pubblico di particolari tipologie di medicinali per conto delle ASL, esse e solo esse rappresentano l’organismo locale legittimato a valutare le esigenze nonché le scelte logistiche legate al proprio territorio in rapporto all’approvvigionamento dei medicinali da dispensare.           

 

Pertanto, le rappresentanze provinciali dei Titolari di Farmacia appaiono le sole in grado di selezionare, tra le diverse offerte presenti sul mercato, quelle più rispondenti, in termini di efficacia ed efficienza, alle peculiari necessità locali del Servizio ricevuto in gestione dalle Aziende Sanitarie.

 

Per l’effetto, nella qualità di titolari esclusivi del servizio di distribuzione, legittimamente assolvono alla responsabilità di individuare i partners più funzionali sul territorio, retrocedendo ad essi la preconcordata remunerazione di competenza.

 

Fa testo, al riguardo, il sistema adottato dall’ ASL di Caserta, il quale, sebbene sbandierato come modello virtuoso, mostra gli effetti degenerativi causati dal cartello di distributori.

 

L’Asl casertana, infatti, per effetto dell’accordo di distribuzione dei farmaci PHT, stipulato con l’Associazione che raggruppa pressoché tutti i Distributori Intermedi operanti in Regione Campania, è costretta ad approvvigionarsi dei medicinali mancanti, irritualmente presso i medesimi Distributori Intermedi sottraendosi, tra l’altro, all’obbligo di attivare apposita procedura di Evidenza Pubblica), al normale prezzo di cessione all’ingrosso pari al 30,35%, in luogo di quello di favore praticato dall’industria e che la Legge dispone nella misura mediamente del 50%.

 

Risulta evidente come tale modalità travisi presupposto e finalità del ricorso alla Distribuzione Diretta, attraverso la rinuncia del maggiore risparmio connesso all’acquisto diretto dei farmaci in favore del ridotto margine riconosciuto, invece, dai Distributori Intermedi.

 

Quanto contenuto nella Sua nota configura, ovviamente, una grave distorsione delle prassi di mercato attraverso l’anomala costituzione, nell’ambito della filiera distributiva, di una posizione dominante a vantaggio solo di talune Aziende di distribuzione intermedia che riforniscono l’ A.S.L. dei prodotti mancanti. Ulteriore paradossale conseguenza del descritto “accordo” è che, la filiera dei Distributori Intermedi aderenti, finisce col guadagnare due volte sulla stessa transazione: sulla vendita del medicinale mancante alla ASL (alle condizioni sopra esposte) e, ancora, attraverso la successiva commissione di rifornimento di quello stesso medicinale alla farmacia (nella misura di € 1,30).

 

Capillarità dei farmacisti territoriali coinvolti, informatizzazione di avanguardia con piattaforma unica territoriale e ottimizzazione della distribuzione pubblica con conseguente limitazione della erogazione di farmaci in regime convenzionato, sono obiettivi ottenuti e realizzati da Federfarma Campania in tutte le Provincie ( al momento con eccezione di Salerno ) senza aver dovuto necessariamente riservare posizioni di privilegio a vantaggio del distributore di riferimento prescelto.

 

Evito di evidenziare, nell’occasione, l’inquietante sensazione che, con l’iniziativa intrapresa, l’ADF tenda a sovrapporsi se non addirittura a sostituirsi alla rete delle Farmacie, tradizionalmente rifornita dalle Aziende distributrici in quanto naturale target commerciale nonché canale esclusivo preposto per legge alla dispensazione al pubblico e per il pubblico dei prodotti medicinali.

 

Tale, discutibile, iniziativa parrebbe coerente con l’unico obiettivo di voler cambiare ruolo per intraprendere un’ulteriore attività.

 

Cordiali saluti

                                                                                                                                  Michele Di Iorio

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